Di quanti ragazzi stiamo parlando?
"Di circa il 2% della popolazione scolastica. In tutto in Italia saranno alcune decine di migliaia di ragazzi, se non oltre".
Come si riconoscono?
"La capacità di riconoscerli non si improvvisa, e allo stesso tempo è il cardine di qualunque programma di valorizzazione. L'eccellenza scolastica è il primo criterio cui si spesso si va a guardare, ma non necessariamente è il migliore. I ragazzi più preparati infatti non sono necessariamente i più talentuosi. Alcuni di loro considerano la scuola noiosa e troppo nozionistica. Altri hanno problemi a relazionarsi con gli altri, e questo potrebbe incidere sui voti. Poi ci sono i geni del computer che si danno da fare fuori dalla scuola, magari trascurando il loro lavoro sui banchi. Nemmeno il quoziente intellettivo è un criterio valido sempre. Scovare i piccoli geni è un lavoro di scouting che non ha regole fisse ed è molto delicato. Dovrebbe essere affidato a dei professionisti ".
Come funziona all'estero?
"Moltissimi paesi hanno programmi speciali per questi ragazzi. L'Italia è abbastanza in ritardo da questo punto di vista. In Israele i bambini fra 7 e 9 anni vengono sottoposti a test sia linguistici che matematici. Anche in Gran Bretagna la selezione avviene presto. Olanda, Germania e Austria hanno delle scuole ad hoc, o delle sezioni speciali all'interno delle scuole normali. A questi ragazzi viene consentito, per esempio, di seguire materie nelle classi superiori. In Italia questo viene permesso a volte, grazie alle regole sull'autonomia scolastica, quando uno stesso istituto ospita elementari e medie. Ma poi ci si scontra con il tetto delle superiori. Lì la mobilità verticale in genere si blocca".
Qual è l'età migliore per iniziare a coltivare un giovane talento?
"Credo che l'età migliore per essere inseriti in un percorso speciale sia quella delle scuole medie, quando il carattere, l'emotività e la capacità di avere relazioni con gli altri si sono consolidati. Resta ovviamente fondamentale che il ragazzo abbia voglia di seguire una strada più rapida. Altrimenti bisogna rispettare il suo desiderio e aspettarlo. Alcuni ragazzi sono ad esempio molto dotati, ma non sanno reggere alla pressione".
I problemi emotivi sono molto diffusi fra questi ragazzi?
"Non più del resto della popolazione ".
Una volta scovato, qual è il modo migliore per valorizzare un piccolo genio?
"Rendere flessibile il suo percorso scolastico fin dall'inizio. Per questo intervenire alla fine del liceo secondo me è tardi. Un ragazzo dotato dovrebbe avere la possibilità di accedere all'università dopo 11 anni di studio, saltando un paio di classi, e dovrebbe avere la possibilità di laurearsi prima del tempo. Il modello cui penso è un po' quello dei vecchi conservatori, in cui il percorso era flessibile e si adattava alle capacità dello studente, rendendo possibile diplomarsi a 14 anni. Oggi i ragazzi talentuosi all'estero hanno
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